E’ un crocevia di luci, colori, suoni, voci; un vento di allegria sparato sul volto come quando vai in moto. E’ coraggio, tenacia, determinazione ma anche buio, lacrime, salite, convinzione di non farcela, paura, dubbio: tutto questo ma anche molto altro è Sghembo Festival. Insomma è un compendio di vita, di normalità; un punto di osservazione di tutto ciò che scorre all’interno di questo viaggio che tutti conosciamo con il nome di vita. Perché anche la disabilità, questa sconosciuta che, ancora oggi, spaventa e allontana, richiede al mondo una sola cosa: essere guardata per ciò che è ovvero una delle tante possibili condizioni dell’esistenza umana. Sghembo Festival 2023, rappresentazione artistica che si è tenuta al teatro blu di Buriasco nel week end appena trascorso, ci ricorda che, dietro (o davanti) alla disabilità ci sono le persone che convivono con limiti e partite iniziate in panchina; persone che scalpitano per raccontare al mondo che ci sono e chiedono l’opportunità di dimostrare che “possono provarci”. Sono uomini e donne che richiedono una possibilità (almeno una) per dimostrare il loro valore. E dietro a loro c’è un mondo: famiglie, comunità, educatori, operatori sanitari, servizi, direttori di enti, cooperative e associazioni che non si arrendono e spingono forte perché questo fiume entri prepotente nelle case di tutti e parli di inclusione, opportunità, normalità che non esiste per rendere il mondo più bello.
Questo è stato Sghembo 2023 che, da oggi, quasi condotto dalla potenza della canzone “La vida es un carneval” ha l’ambizione di diventare un marchio su scala nazionale e, chissà, continentale e mondiale; perché sognare non solo è lecito ma è soprattutto è un dovere. Perché il mondo lo cambi cosi: sognando e trasformando quei sogni in progetto e quel progetto in azione che cammina, vive e rende il mondo più bello.

Marco Tealdo